L’energia delle biomasse è una fonte energetica rinnovabile usata in tutto il mondo. Nonostante i suoi primi impieghi risalgono all’antichità, in molti si chiedono ancora oggi in cosa consista effettivamente produrre energia sfruttando le biomasse.
Con il termine biomassa si intende raggruppare tutti gli organismi biologici, piante o animali, che diventano le fonti principali di questo tipo di rinnovabile.
Data la portata piuttosto ampia di questa definizione, all’insieme delle biomasse si possono annoverare diverse tipologie di combustibili, ciascuno con le sue peculiarità. La ricerca scientifica in questo particolare settore, inoltre, si è intensificata nel corso degli ultimi anni, dando vita a nuove forme e varietà energetiche. Rifiuti animali, pellet di legno, olio vegetale, scarti di piante da raccolto – mais, zucchero e molte altre – possono essere impiegate come combustibile naturale. Queste fonti energetiche vengono direttamente bruciate per produrre di calore e, in altri casi, sono convertite per soddisfare fabbisogni energetici diversi; un esempio può essere l’etanolo creato con gli scarti della pianta di mais o del gas metano derivato dall’impiego di rifiuti organici animali.
In Italia si produce energia derivata dalle biomasse soprattutto nel Nord Italia; entro il 2020, però, si prevede che su tutto il territorio nazionale la produzione crescerà e raggiungerà il 10% del totale dell’energia prodotta sul suolo italiano. Questo dimostra come molto debba ancora essere fatto al fine di aumentare il peso specifico delle biomasse in termini di produzione energetica nazionale.
Nonostante questa particolare difficoltà, l’energia delle biomasse produce benefici per l’ambiente. In primo luogo, è rinnovabile: sarà sempre possibile sfruttare gli organismi biologici per produrre energia. Lo stesso discorso non vale per i combustibili fossili, che impiegano milioni di anni per generarsi e sono, perciò, una fonte energetica che si sta rapidamente esaurendo. In secondo luogo, alcune biomasse (per esempio, segatura e altri rifiuti organici) se non venissero sfruttati come fonte energetica, rimarrebbero inutilizzate e, dunque, sprecate. In ultima, le biomasse contribuiscono a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e dall’energia nucleare e diminuiscono gli impatti negativi delle discariche (odori, rumori e presenza di animali indesiderati nelle zone circostanti).
La biomassa è una fonte energetica rinnovabile che può essere rigenerata pressoché in ogni suo ciclo, ma non è perfetta. Derivando da diverse fonti, questo combustibile naturale non è sempre di qualità; spesso, inoltre, è meno efficiente, soprattutto se rapportato ai combustibili fossili. Non sono ancora presenti infrastrutture ben sviluppate ed ottimizzate per la produzione e la distribuzione di energia generata dal loro impiego. In aggiunta, la combustione delle biomasse, così come quella dei loro corrispettivi fossili, può provocare l’emissione di composti organici volatili potenzialmente pericolosi o tossici. Due esempi di gas nocivi all’ambiente che possono essere immessi nell’aria sono il monossido di carbonio (CO) e il diossido di carbonio (CO2, o anidride carbonica). In particolare, il secondo è uno dei principali gas serra che stanno contribuendo in modo significativo al surriscaldamento globale e ai cambiamenti climatici.
La proprietà rinnovabile tipica dell’energia delle biomasse, comunque, costituisce una possibile soluzione al problema. Sebbene la combustione di biomassa produca monossido di carbonio e CO2, le piante e i vegetali che vengono coltivati come biomasse potrebbero assorbire questi due gas tramite la fotosintesi. Questo processo viene chiamato sequestro (o stoccaggio) del carbonio.
La discussione riguardante i costi-benefici delle biomasse è ancora aperta e vede impegnati gli studiosi di tutto il mondo, ciascuno con diverse posizioni e idee. Alcune analisi hanno dimostrato come i gas prodotti dalla combustione della biomassa siano diversi da quelli immagazzinati nelle piante coltivate nelle piantagioni riservate alla produzione di biomassa. Questa analisi, quindi, ritiene questo tipo di energia benefica per l’ambiente. Altri rapporti, invece, sostengono che sua la diffusione globale e su larga scala stia generando fenomeni di deforestazione e di inquinamento dell’aria. Soprattutto il primo caso sembra essere quello maggiormente verificato. Spesso, infatti, al fine di produrre un elevato quantitativo di energia, vengono impiegate piante e vegetali non adibiti a biomassa, risultando in una grave perdita di risorse per l’ambiente.
Sebbene si tratti di una fonte energetica dalle origini antiche, le biomasse sembrano aver ancora molto da dire. Sicuramente nei prossimi anni si sentirà spesso parlare delle biomasse come valida alternativa ai combustibili fossili e come fonte energetica rinnovabile accostata al fotovoltaico, all’eolico e all’idroelettrico. Sebbene imperfetta, l’energia delle biomasse potrebbe diventare più eco-friendly di quanto sia ora anche grazie al progresso tecnologico, che consentirebbe lo sviluppo di nuove tecniche in grado di assorbire e processare i gas nocivi immessi nell’atmosfera durante il processo di combustione. Piantare sempre più vegetali può inoltre risultare un’ottima scelta per consentire al nostro pianeta di disintossicarsi e migliorare il suo stato di salute.
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